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Medolla (MO) entra per la prima volta nel circuito concertistico di Crossroads, il festival itinerante organizzato da Jazz Network e dall’Assessorato alla Cultura della Regione Emilia-Romagna. A tenere a battesimo questa nuova piazza, lunedì 1 aprile al Teatro Facchini (ore 21), saranno il trombettista Fabrizio Bosso e il pianista Giovanni Guidi, che hanno unito i loro talenti per dare vita al quintetto internazionale “Not a What”, con Aaron Burnett al sax tenore, Dezron Douglas al contrabbasso e Joe Dyson alla batteria. Il concerto è realizzato in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Medolla e la Fondazione Scuola di Musica Carlo e Guglielmo Andreoli. Biglietti: intero euro 15, ridotto 12.
Musicisti dai percorsi personali e le predilezioni estetiche molto diverse, Fabrizio Bosso e Giovanni Guidi dimostrano come nel jazz sia comunque sempre possibile trovare punti in comune sui quali costruire qualcosa di nuovo. Ed ecco servito il loro quintetto “Not a What”, che prende il nome da un aforisma di Bill Evans, per il quale il jazz non era un “cosa” ma un “come” (“jazz is not a what, it is a how”).
Bosso ha un talento talmente pronunciato che è riuscito a emergere per conto proprio nel competitivo mondo della tromba jazz. Come leader ha inciso per la Blue Note, la Verve e ora lo si ascolta su etichetta Warner.
Guidi si è formato come pianista alla corte di Enrico Rava; divenuto a sua volta leader, dopo alcune incisioni per CAM Jazz è approdato all’etichetta ECM, un vero traguardo. La scintilla tra i due è scattata nel corso una serata a Umbria Jazz 2017, quando condivisero il palco, Guidi al seguito di Rava e Tomasz Stańko, Bosso con “The Champ”, il suo omaggio a Gillespie. Per andare oltre i loro abituali percorsi, hanno creato questo quintetto con una scintillante ritmica statunitense. Il loro concerto nell’ambito di Crossroads fa parte di un tour primaverile che farà da ‘prova generale’ all’imminente registrazione discografica del progetto.
“Giovanni e io ci conosciamo da molti anni. Nonostante ci muovessimo su binari diversi, c’è stata sempre molta sintonia” racconta Fabrizio Bosso. “Ho sempre ritenuto Giovanni un pianista visionario. Ero molto curioso di vedere dove ci avrebbe portato la fusione dei nostri background così diversi. Anche questa è la magia del jazz: da esperienze diverse può scaturire qualcosa di radicalmente nuovo”.
“Con Fabrizio, ci siamo incontrati a Umbria Jazz 2017. Dopo aver visto il suo concerto, gli ho proposto istintivamente un progetto che facesse incrociare i nostri percorsi musicali” dichiara Giovanni Guidi. “Fabrizio è un musicista eccezionale, questo viaggio non poteva partire senza il suo suono e le sue note. Mi attraeva l’idea di esplorare insieme un territorio nuovo per entrambi, al di fuori dei nostri confini abituali e che mettesse in risalto una nostra comune attitudine di fare jazz. A questo allude il nome del progetto”.
(26 marzo 2019)
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