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Le acrobazie di Vito Crimi su Radio Radicale

di Giovanna Di Rosa #RadioRadicale twitter@gaiaitaliacom #Politica

 

Vito Crimi, o del Nulla, si è espresso ed ha dichiarato che la convenzione con Radio Radicale non verrà rinnovata perché Radio Radicale ha sempre operato senza avere mai vinto una gara. Non ci aspettiamo che Crimi sappia ciò che dice, ma che almeno glielo scrivano bene. Lo meritano i favolosi emolumenti garantiti dall’elezione nello sciagurato movimento di cui Crimi fa parte.

In realtà, e crediamo che Crimi lo sappia benissimo, le cose non stanno esattamente così: la convenzione tra Radio Radicale ed il Ministero dello Sviluppo Economico si avviò proprio grazie ad una gara che fu indetta il 1° aprile del 1994 per il servizio che RadioRadicale continua ancor oggi a svolgere in regime di proroga. Sì, in regime di proroga, nonostante le reiterate richieste di Radio Radicale affinché il servizio venisse rimesso a gara. Perché la prima volta che provarono a farla chiudere fu nel 1986 a seguito di un’iniziativa nota come Radio Parolaccia perché gli ascoltatori avevano riempito di insulti le istituzioni che volevano chiudere la radio. L’allora sostituto procuratore Saviotti firmò il 14 agosto di quell’anno un decreto di sequestro delle segreterie telefoniche perché durante le telefonate gli ascoltatori avrebbero commesso delitti come vilipendio delle istituzioni e apologia del fascismo. perché a quei tempi il M5S ed il loro amico Salvini che istituzionalizzavano l’insulto e sdoganavano certo neofascismo che occupa palazzo interi nel centro di roma a spese dei romani non c’erano ancora. Ed erano bei tempi…

Due mesi dopo quel 14 agosto successe così che il Parlamento “fu spinto a intervenire per salvare l’emittente, estendendo alle radio il finanziamento pubblico all’editoria di partito, e di fatto costringendo Radio Radicale a divenire organo di partito perché fino ad allora udite!udite! non lo era – perché già allora i nostri governi non brillavano per intelletto e rifiutarono di assegnare alla radio un contributo per il servizio pubblico svolto, fatto di dirette, di incontri con i politici, di cronache senza commento delle sedute alla Camera e al Senato. Ua radio d’informazione politica preziosissima. Ed unica nel suo genere.

I partiti che ora furiosamente si oppongono alla chiusura di Radio Radicale da parte di questi moderni trogloditi intellettuali, in passato non furono così teneri con l’emittente

 

 

citiamo il tweet di uno dei politici più attenti al tema delle libertà, di tutte le libertà. Non c’aspettiamo che Crimi cambi idea, perché significherebbe che sa quello che sta facendo, c’aspettiamo che la faccenda abbia un lieto fine. Semplicemente perché Radio Radicale non può morire. Perché Radio Radicale la trasparenza che certuni millantano, l’ha sempre portata in diretta nelle case di chi voleva ascoltare. Con la fiducia che si sarebbero fatti un’idea di ciò che stava succedendo.

Altro che le panzane dei pentaleghisti, terrapiattisti, antiscientifici ed antidemocratici che chiudono Radio Radicale e tollerano che Casapound faccia ciò che vuole…

 

 




 

 

(15 aprile 2019)

©gaiaitalia.com 2019 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 




 

 

 

 

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