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Nei giorni scorsi il personale della Digos della Questura di Bologna ha notificato 10 avvisi di conclusione delle indagini emessi ai sensi dell’art. 415 bis c.p.p. dalla Procura di Bologna ad altrettanti attivisti del collettivo “Riders Union Bologna” che il 21 settembre scorso avevano fatto irruzione all’interno della sede del sindacato UGL per protestare contro l’accordo siglato una settimana prima dall’UGL con la piattaforma “Assodelivery”, associazione leader del food delivery italiano.
L’attività investigativa svolta in tempi estremamente rapidi dalla Polizia di stato, coordinata dalla Procura di Bologna, ha portato alla denuncia dei giovani attivisti per i reati di violenza privata (art. 610 c.p.) ed imbrattamento (art. 639 c.p.) in concorso.
Gli indagati, nell’occasione, erano entrati in gruppo all’interno degli uffici dell’Organizzazione Sindacale, dove si erano intrattenuti nonostante l’invito ad uscire loro rivolto da un dipendente della struttura, affiggendo dei volantini alle pareti ed imbrattando alcuni arredi della struttura sindacale. All’esterno della sede venivano, inoltre, vergate delle scritte oltraggiose contro l’Organizzazione Sindacale, sia sui muri che sulla porta d’ingresso. Il gruppo di manifestanti responsabili dell’estemporanea iniziativa di protesta è stato individuato da personale della Digos di Bologna, che ha identificato i componenti, alcuni dei quali peraltro già noti perché aderenti a sodalizi antagonisti locali e con precedenti per reati da piazza tra cui violenza a p.u. e lesioni. Gli altri sono soggetti incensurati.
L’iniziativa di protesta aveva destato un certo clamore mediatico nei giorni immediatamente successivi, suscitando le dichiarazioni del Segretario generale dell’UGL Paolo Francesco Capone, che ha stigmatizzato pubblicamente l’accaduto.
(8 dicembre 2020)
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