di Giancarlo Grassi, #politica
Dunque come da ultima circolare ministeriale, sottoposta a tutte le diplomazie e il “concordare” del caso, ogni singolo caso, a seconda delle singole realtà, diventerà praticamente impossibile sfilare in centro storico ostentando l’unica cosa che si ha da ostentare, il saluto romano, ritenuto segno di distinzione ed appartenenza e prima riservato soltanto alle curve da stadio e a certe periferie degradate.
Del resto essere di pura destra da saluto romano sembra essere diventato segno di distinzione a favore della libertà – e basta vedere con quanto gusto pestano i giornalisti, li cacciano e li prendono a calci negli stinchi per capire quale sia il valore della parola libertà per loro – così si varano misure atte a preservarla, questa libertà di manifestare, ma lontana dai centri storici, senza costringere i negozianti ad abbassare le serrande, senza che le auto debbano rimanere bloccate per ore, insomma in un clima leggerissimamente più civile.
Poi c’è la questione mascherine obbligatorie (utilissime anche per la parziale copertura di certe facce, credetemi con quella che mi ritrovo sono un esperto) e garanzia di evitare invisibili sputacchi (non quelli che camminano, quelli che contagiano) così da evitare che i contagi da assembrano aumentino (vedi Trieste).
L’allontanamento dai centri storici serve altresì a fare in modo che chi deve lavorare anche il sabato pomeriggio, e non ne può più di dovere chiudere perché chi va in giro a fare il saluto romano possa continuare a farlo per dimostrare che lo sa fare, possa continuare a farlo senza che le tensioni accumulate possano sfociare in disordini ben peggiori, sfociando eventualmente in quell’insanabile spaccatura sociale che gli estremismi che si nascondono dietro queste manifestazioni negazioniste e complottiste, ma soprattutto inutili, perseguono con determinazione utilizzando le paure altrui.
Succedeva anche negli anni ’70. Certo chi non c’era non può saperlo, ma documentarsi serve. O almeno servirebbe. Se non si fosse schiavi dell’algoritmo che il nostro pc ci regala per farci felici servendoci solo che quello che vogliamo vedere (perché l’intelligenza artificiale, al contrario di quella umana, dall’esperienza impara).
(10 novembre 2021)
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