di Redazione Spettacoli
Valerio Binasco si confronta con il teatro di Eugène Ionesco allestendo Le sedie, un classico che ancora oggi demolisce tutte le convenzioni su cui si basa la nostra quotidianità. Lo spettacolo è atteso in due teatri ERT: martedì 5 aprile alle ore 21.00 al Teatro Ermanno Fabbri di Vignola e poi dal 7 al 10 aprile (giovedì e venerdì ore 20.30, sabato 19.00 e domenica 16.00) sul palco del Teatro Storchi di Modena.
In occasione della replica di sabato 9, ERT / Teatro Nazionale organizza Vengo anch’io! Laboratori creativi per bambini mentre i genitori sono a teatro: FMAV Fondazione Modena Arti Visive condurrà alle 19.00 nel ridotto del Teatro Storchi In viaggio tra arte e natura, un laboratorio alla scoperta delle tracce della natura per i più piccoli dai 6 ai 12 anni.
I personaggi e le situazioni delle pièce di Ionesco sono intorno a noi, reali e riconoscibili: sono i vicini di casa che si esprimono esclusivamente con proverbi o frasi fatte, i colleghi dalla parlantina irrefrenabile, gli amici vittimisti. Michele Di Mauro (finalista ai premi Ubu 2021 nella categoria “Miglior attore o performer” proprio per Le sedie) e Federica Fracassi (premio Le Maschere del Teatro 2021 nella sezione “Miglior attrice protagonista” e Premio Hystrio 2021 all’interpretazione) sono gli interpreti di questa amara commedia, i cui tratti assurdi si dissolvono in un vortice di parole che via via perdono senso. A distanza di quasi settant’anni dal debutto dello spettacolo, al Théâtre Lancry di Parigi il 22 aprile 1952, una celebrazione dell’amore che sembra parlare direttamente al nostro presente.
Un faro abbandonato su un’isola: un vecchio e una vecchia attendono in una grande sala gli ospiti per una conferenza, una cerimonia sontuosa per accogliere un oratore e il suo messaggio fondamentale. I due, marito e moglie, rivelano goffamente la loro piccola realtà: illusioni, delirio, fallimento, ma soprattutto un grande silenzio, una mancanza di interlocutori così come di comunicazione. È un immenso vuoto quello che risuona intorno ai due anziani, circondati da una ressa di figure inesistenti, sedie che si accatastano, rumori di sottofondo, senza che nulla avvenga realmente, perché in questa farsa tragica, dove si ride con angoscia, il nodo centrale è esorcizzare la paura, la disperazione.
«In un’epoca come la nostra – afferma Valerio Binasco – che assiste alla progressiva scomparsa del teatro, e di conseguenza, se si vuol dare ragione a Mary Shelley, anche della società civile, l’assurdo del drammaturgo apre, per me, inattesi varchi di poesia, e sembra vibrare di una qualche nostalgia per l’umanità. E allora prendiamo coraggio, e diciamo che è arrivato il tempo di portare in scena anche l’altro lato del suo sentimento verso il teatro: l’amore. Non credo che ci porterà fuori strada: a ben vedere l’amore è un sentimento ben più assurdo dell’odio. Per prima cosa voglio cercare “di negare consenso alla sua risaputa teatralità dell’assurdo”, e restituirlo a qualcosa che, forse ingenuamente, vorrei chiamare vita. Voglio che i suoi personaggi sembrino persone strette nella morsa di relazioni assurde, piuttosto che assurde marionette strette nella morsa della plausibilità; che ci sia prima di tutto una storia umana, piena di stranezze affascinanti, di suspense e di comicità. Voglio crederci, a tutto quell’assurdo, che è universale, mio e tuo, caro pubblico. Ed ecco, allora, che sto rivelando il mio segreto intento di regista: fare di questo testo una storia di tenerezza umana. C’è qualcosa di più assurdo che si possa chiedere a un testo di Ionesco? No. Mi avventuro in questa ricerca sapendo che c’è molta verità e molta allegria genuina, che traspaiono continuamente in questo testo, e, a dispetto della sfacciata stravaganza dell’autore, perfino una poesia “arresa” nei confronti dell’umanità: se riusciremo a renderla visibile, avremo la possibilità di fare una grande esperienza di teatro di attori, che è il più bello che ci sia. Non è una speranza da poco. Dedico questo nostro viaggio nel mondo al rovescio delle Sedie alla vera assurdità della nostra epoca: alla speranza».
Le sedie
di Eugène Ionesco
traduzione Gian Renzo Morteo
con Michele Di Mauro (lui), Federica Fracassi (lei)
regia Valerio Binasco
Fino al 30 aprile 2022, come definito nel DL del 24/03/2022, l’ingresso a teatro per assistere agli spettacoli è consentito ai possessori di green pass rafforzato e mascherina FFP2. Per i minori di 12 anni non è previsto l’obbligo del green pass.
È possibile utilizzare i biglietti in formato elettronico. Acquistando biglietti on-line o telefonicamente si riceverà una conferma via mail che potrà essere utilizzata per entrare in sala senza necessità di passare dalla biglietteria. Info: modena.emiliaromagnateatro.com.
(1 aprile 2022)
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