di Daniele Santi
Partecipando ad un incontro a Milano con il Sindaco Sala e citando una manifestazione di questo pomeriggio convocata dall’estrema destra a Milano per commemorare la morte di Sergio Ramelli, il giovane militante del Fronte della Gioventù ucciso nel 1975 da un gruppo di militanti di estrema sinistra, a commento dei saluti romani che si sarebbero alzati durante la manifestazione li ha definiti “gesti antistorici” aggiungendo “l’ho detto tante volte”.
Posto che, come abbiamo scritto su Gaiaitalia.com Notizie, non lo ha detto tante volte avendo sempre e solo sfiorato l’argomento, prendendolo molto alla lontana, anche in questo caso la faccenda non cambia: Meloni infatti dimentica anche stavolta di dire che il saluto romano è un’insulto alla Costituzione antifascista d’Italia sulla quale anche lei ha giurato quando fu ministra del governo Berlusconi dello spread alle stelle.
La leader che sta cercando di rifare il look alla destra più bieca, la destra più a destra che sia possibile immaginare in Italia oggi all’interno dell’arco parlamentare, ha perso un’altra occasione per affrancarsi dal neofascismo più becero, più qualunquista, più ideologicamente violento, parlando semplicemente di antistoricismo riferendosi al saluto tanto caro a Mussolini e manganellatori.
Antistorico come un vestito fuori moda, antistorico come le penne alla vodka con panna, antistorico come una cinquecento nuova in India, antistorico? Cosa significa “antistorico” se non un esercizio di stile per ingentilire un gesto che fascista era e fascista rimane, senza affrancarsi totalmente da quell’ideologia calpestando, con gentilezza, la Costituzione italiana che era e rimane, e rimarrà, antifascista?
(29 aprile 2022)
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