L’augusto cognato assurto a gloria riflessa per meriti ignoti, cerca di fare il meglio che può, o dare il meglio che ha, un po’ come ognuno di noi. Gli sfugge ogni tanto il senso della misura e se ne esce con espressioni che vorrebbero essere una cosa e diventano un’altra. Il ministro dell’Agricoltura e del Made in Italy di un governo dove il vicepresidente della Camera voleva imporre il divieto d’uso di termini stranieri, Lollobrigida è riuscito a dire: ”Da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi” che è una roba che non si può sentire.
Poi si scopre che la frase ha avuto un seguito ancor più favoloso: ”Da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi perché cercando dal produttore l’acquisto a basso costo comprano qualità”. Insomma, dei poveracci, ma con capacità. Perché se il tuo augusto lignaggio, ad averne uno, ti impone di sputare sui poveracci, lo devi fare lodandoli. Così accettano meglio l’umiliazione. Si era al meeting di Rimini, mica a una manifestazione da poco di Fratelli d’Italia, lì ci mandano Donzelli, e l’augusto cognato dava fondo fondo alla sua straordinaria cultura generale, spiegando a noi poveracci che “La qualità va spiegata, va raccontata a chi non ha avuto la capacità di conoscere o la possibilità di avere mamme e nonne che da bambino lo hanno educato a questo principio”.
Proprio non ce la fanno, ad uso delle menti semplici che li votano e li popolano, a evitare di dividere il mondo in categorie.
E quindi la chiosa, indimenticabile: ”Non possiamo avere una risposta che sia dare cibo a tutti, noi dobbiamo essere in grado di dare buon cibo a tutti”. Dove pretenda di arrivare con il suo infinito articolare il vuoto in un esercizio verbale che dal nulla parte, al nulla arriva e il nulla contiene, lo sa solo chi lo ha messo sulla poltrona dove sta. Forse nemmeno lei.
(24 agosto 2023)
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