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Il vicepremier e quelli che vogliono i bambini disabili in classi riservate

di Paolo M. Minciotti

Se il silenzio di Meloni dopo la sfilata nera di Salvini e pregiata compagnia a Firenze non stupisce, piuttosto imbarazza e non solo la metà più qualcosa della società italiana e buona parte del governo, l’azione successiva è quella di chiedere alla presidente del Consiglio che cosa pensi della nuova sortita del suo alleato e vicepremier con il quale, invece che discutere, dovrà scendere a patti se non vuole che del suo governo si faccia spezzatino.

Per una donna, madre e cristiana il pensiero di avere bambini disabili in classi riservate così che siano separati [sic] da quelli normali, dev’essere insopportabile, dunque ci si aspetta una presa di posizione della presidente del Consiglio dopo che già Antonio Tajani ha chiarito recisamente che il suo partito “mai” farà “alleanze con AFD o Le Pen”, perché di destra sì, ma con pudore e secondo convenienza.

Sembrerebbe prepararsi un terremoto dentro la premiata ditta, ma certamente il gatto e la volpe troveranno il modo di accordarsi: succederà un tête-à-tête – ché la premier è poliglotta come me, ma è un dettaglio – si indicheranno l’un l’altra su quali temi rompersi le corna, o meglio fingere di rompersele, in campagna elettorale e cosa invece evitare di toccare e via almeno fino a giugno. Per questa politica l’Italia conta poco in vista delle europee e stupirebbe che un partito come quello di Salvini che ha tanto in odio l’Unione Europea si dia tanto da fare per essere rappresentato dentro l’Unione Europea, se l’unica costante politica della Lega non fosse quella della propaganda fine a se stessa senza realizzare nulla di ciò che ha promesso. Meloni, da parte sua, dovendo andare a Bruxelles con il cappello in mano nei giorni dispari non è che in quelli pari può sparare a zero sulle istituzioni che le tendono la mano e non si irrigidiscono troppo sui conti ballerini e sui PNRR rivisti e corretti. E nemmeno può inimicarsi l’alleato riottoso che cerca di ricostruirsi un ruolo, quello che vorrebbe lui, dopo i disastri del Papeete.

 

(5 dicembre 2023)

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